Isola di Sant'Andrea
Area naturale protetta
Piatta e bassa, con i suoi 48 ha. è estesa più del
doppio della città vecchia dalla quale dista circa un miglio
marino; è alta due metri sul livello del mare, con un clima
che si può definire mite nell'arco dell'anno.
Dall'autunno alla primavera si concentrano le precipitazioni, i
venti la flagellano in tutti i mesi dell'anno e influenzano la vegetazione;
durante le mareggiate il mare raggiunge anche la parte centrale
dell'isola e rende il terreno altamente salino, l'insolazione è
altissima: tutto ciò crea una habitat terrestre particolarissimo
con una varietà di flora che si nutre di salsedine e di fauna
importante dal punto di vista ecologico tanto che l'isola di
S.Andrea è stata inclusa tra le Aree naturali protette
individuate dalla Legge regionale n° 19 del luglio 1997
Con l'antico nome messapico di Achotus compariva sulla
carta del Regno di Napoli; nel 1591 il nome di S. Andrea
le venne dato per una cappella dedicata al Santo.
Alcune costruzioni del periodo bellico, il faro e una costruzione
chiamata "stazzu" sono le uniche tracce dell'intervento
umano; "stazzu" significa stazione delle barche ed in
effetti i pescatori di sciabica adoperavano questa costruzione per
ripararsi dal freddo o difendersi dal forte sole.
Il faro è stato eretto nel 1866 e il "fanalista"
viveva sull'isola con la moglie e i figli a cui una maestra gallipolina,
accompagnata ogni giorno dai pescatori, impartiva quattro ore di
lezione così come previsto dalla legge.
Con il progresso non c'è stato più bisogno del guardiano
del faro.
Nei secoli XV e XVI fu concesso ai Gallipolini di rifornirsi del
sale che cristallizzava nelle conche del terreno per effetto dell'evaporazione;
invece nel '900, sull'isola, vivevano anche i finanzieri che dovevano
vigilare perché i pescatori gallipolini non raccogliessero
il sale che adoperavano per uso domestico oppure se lo vendevano
per guadagnare qualcosa.
Per di più la materia prima, il carparo, pietra locale dura e compatta, non consentiva di dar vita a decori architettonici come, invece, permette la tenera pietra leccese.
Importante: L'ordinanza della Capitaneria di Porto vieta l'ormeggio e lo sbarco sull'Isola, sino all'adozione del regolamento del Parco Regionale che ne stabilirà le regole di fruizione.
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